sabato 25 luglio 2015

Caso intercettazioni, dialogo tra due cornuti



- Sei un cornuto.
- Io?
- Proprio tu e con le corna! Che rimanga un segreto.
- Anche tu sei cornuto, ma senza corna. 
- Io?
- Tu. Non ti preoccupare. Io non dirò nulla. Mi dispiacerebbe che qualcuno lo venga a sapere. 
- Io non parlo. 
- Neanche io.
- Cornuto. 
- Cornuto. 
- Che dici ci avranno ascoltato? 
- Non mi dire? 
- Un consiglio da amico: da domani indossa l'elmetto. Col berretto si noterebbero. Occhio che non vede...
- E tu indossa i copricorna, quelli con il ricamo. Sai com'è? Almeno fai bella figura. 
- Eh cornutazzo! 
- Hai registrato tutto? 

Raimondo Moncada

giovedì 16 luglio 2015

Intimidazioni contrarie al senso comune

Minacce dirette, gravissime, inaccettabili. Si parla di vita o di morte. Le parole hanno un senso e pesano come lastre di piombo. Non solo quelle dette, ma soprattutto quelle scritte. I latini insegnano: quelle dette hanno le ali del volo ascensionale (verba volant), quelle scritte hanno la sciagura di una macchia d’olio che ti rimane nonostante i lavaggi con super candeggina (scripta manent) e ti scavano dentro paure provocando stati di insopportabile inquietudine.

Se le minacce sono rivolte a chicchessia, a raggio, a mitraglia, la gravità si fa inaudita. Se le minacce sono rivolte da categorie che normalmente sono spesso oggetto di minacce ti fermi, agghiacciato, a riflettere. L’intimidazione di un commerciante rivolta ai propri clienti prima del loro ingresso nel negozio ha veramente dell’assurdo. C’è la gravità di non capirne il senso e, perciò, rimani stordito. Come si fa a interpretare l’insegna di un negozio che riporta su una saracinesca chiusa le seguenti inequivocabili due parole “ESCA VIVA”.

Cos’è? Una minaccia al contrario? Può anche essere. Ormai non ci facciamo meraviglia di niente. Ci stiamo appiattendo il senso della curiosità. La minaccia potrebbe essere proprio l’opposto di quella tradizionale, radicalizzatasi in millenni di uso e consumo.

L’autore dell’insegna potrebbe aver sintetizzato un messaggio più o meno velato di questo tipo: “Lei, gentilissima cliente, entri liberamente nel negozio, ma stia molto attenta, lo fa a suo rischio e pericolo. Ne ho viste come lei. l’ho scrutata bene negli occhi. Ho intravisto intenzioni che non mi piacciono. Non si metta strane idee in testa. Non si permetta di morire all’interno del mio negozio. La consideri una minaccia nei suoi confronti: Esca viva! E, se preferisce con le mani alzate. Provo orrore della morte. Le persone mi piacciono vive e vitali. E ora mi faccia un regalo e si metta a ridere. Le posso solleticare le ascelle delle mani alzate?”
Supposizioni, al momento. Solo supposizioni. In attesa che indagini più approfondite facciano il loro corso e ricorso.

Raimondo Moncada

lunedì 13 luglio 2015

La mafia come attrattore turistico per i tedeschi e souvenir di Sicily

Mafia ridens (ovvero il giorno della cilecca) ha uno stretto legame con la Germania. In terra tedesca è ambientata una parte significativa della storia di Calogerino, il protagonista del romanzo, che si mette in testa di diventare il killer più spietato della spietata storia della mafia senza, però, essere capace di uccidere una sola mosca, una sola zanzara, un solo moscerino.
È Calogerino che va satiricamente in Germania. Ora, per niente satiricamente, la Germania viene nella terra di Calogerino. A calamitare i tedeschi in terra sicula: l’arte, i monumenti, il mare, ma anche i luoghi legati a noti boss o dove sono stati ambientati celebri film e romanzi che hanno a tema la mafia. si organizzano visite guidate con tanto di pacchetto turistico organizzato.  

Chissà se nel pacchetto, a sorpresa, ci sarà anche il condominio dove si è plasmato il cervello di Calogerino? Mah! Siamo curiosi di saperlo. 

A “spararsi” la notizia del “tour mafioso” è stato il quotidiano Italia Oggi in una corrispondenza da Berlino del giornalista Roberto Giardina, siciliano di origine, che non nasconde indignazione e perplessità. “Cosa direbbero i tedeschi – si chiede – se noi organizzassimo un tour sulle tracce di Hitler”. Il titolo Italia Oggi è forte: “Tedeschi in ferie con la mafia”. L’occhiello spiega: “Reclamizzato in Germania un tour in Sicilia sui luoghi della cosiddetta onorata società”.
Si richiama l’inserto domenicale del giornale tedesco Welt che, su un'intera pagina, riporta il titolo “Reiseziel Mafia”, meta del viaggio la patria del padrino.
“Mandare i turisti nel paese nel retroterra della mia Palermo, in piena estate, - ci dice Roberto Giardina – mi sembra meglio che consigliare la scontata Taormina. Comunque, si può fare l'uno e l'altro”.

Il viaggio è offerto dalla Dertour. Il titolo del pacchetto è già un programma: “Legenden und Gegenwart auf den Spuren der Cosa Nostra”, leggende e presente, o realtà, sulle tracce di Cosa Nostra. Otto giorni in bus per scoprire la Sicilia in un mix “esplosivo” che prevede arte, mare, sole, montagna, escursioni programmate in luoghi legati alla mafia, ma anche in quelle realtà che alla mafia si oppongono (lo stesso Welt evidenzia i “luoghi di resistenza”).


Non manca, nel pacchetto, una capatina nei suggestivi paesaggi del film del commissario Montalbano, personaggio uscito dalla fantasia del sicilianissimo Andrea Camilleri. Così come non manca l’escursione nei luoghi del celebre film “Il padrino” da cui ha preso le mosse lo stesso romanzo “Mafia ridens (ovvero il giorno della cilecca)”.
Tappe obbligate: le perle siciliane pregne di storia, di civiltà, di suggestioni, di sicilianità (quella bella, positiva), di azzurro mare, di oro tufaceo dei templi greci: Taormina, Siracusa, Monreale, Mondello, Palermo, Selinunte, Erice, Marsala e la Valle dei Templi di Agrigento meraviglia dell’umanità luogo natio di Calogerino.


Il turismo muove l’economia turistica (trasporti, benzina, alberghi, ristorazione, pub, discoteche, stabilimenti balneari…) E anche il commercio dei souvenir. Con il boom delle presenze turistiche, aumenta inevitabilmente la richiesta di oggetti e indumenti caratteristici, folcloristici, che di ritorno a casa ti ricordano la vacanza o il pellegrinaggio in un luogo sacro. Ce ne sono di particolari in distribuzione nei negozi di souvenir aperti nei siti turistici: magliette o cartoline con il Padrino raffigurato da Marlon Brando; sculture, spilline, magneti, apribottiglie, tazze per il latte, che ritraggono personaggi con i baffoni e la lupara a tracolla. Ma anche donne con un vassoi di arancine in una mano e nell’altra un mitra.

Dove c'è la domanda c'è anche l'offerta e dove c'è l'offerta si acquista pure. E' legge di mercato. 

La richiesta potrebbe portare a una rivoluzione anche nei nomi. Potremmo ritrovare presto anche in Sicilia (all’estero sono una realtà, suscitando indignate condanne) trattorie o negozi con insegne o pietanze che hanno un riferimento preciso alla mafia. E, di questo passo, potremmo vedere anche altro (come veder spuntare a sorpresa, dietro un muretto di nude pietre o dietro una spinosa pala di ficodindia, attori nei panni dei mafiosi o mafiosi in carne e ossa nei panni degli attori senza però lupare o baffoni).

Stereotipi negativi, internazionali, che identificano e mettono in ombra l’isola del sole. Concludiamo, a tal proposito, citando un brano tratto dal romanzo Mafia Ridens

“Puoi esserti diplomato all’università della Legalità con il massimo dei voti, la lode e il bacio in bocca con la lingua. Non c’è nulla da fare: il siciliano, per il solo fatto di essere nato in Sicilia, è mafioso e basta. La mente umana, per pigrizia, tende a generalizzare. I siciliani sono così tutti mafiosi come gli africani sono tutti venditori di accendini e le olandesi sono tutte bone e te la danno con faci­lità”.
      

P.S. Le fogo sono state scattate in Sicilia, in negozi di souvenir


LINK UTILI      

Ecco la pagina della DerTour che pubblicizza il pacchetto Sicilia LINK

Ecco l’articolo di Roberto Giardina su Italia Oggi LINK


Ecco il servizio uscito sul giornale tedesco Die Welt LINK