Fenomenale. Schizza in alto l’indice di interesse degli scrittori italiani per la Cina e l’interesse dei lettori cinesi per i libri italiani. Tutto ciò dopo l’intervista concessa in cinese da Raimondo Moncada a Cincu Ciunki Tv in cui si parla del romanzo “Mafia ridens (ovvero il giorno della cilecca)”. Il libro, tradotto in estremo oriente con il titolo “Mafia Lidens (ovvelo il giolno della cilecca)", “sta già andando a luba”.
Sui social network dopo l’intervista, si è aperto un interessante dibattito. Sulla pagina Facebook del libro è intervenuta la scrittrice, poetessa e insegnante di Lettere Angela Mancuso. Il suo intervento è stato molto apprezzato.
Nel dichiarare subito di non conoscere Raimondo Moncada, Angela Mancuso scrive entusiasta: “Potrei spiegare loro la poetica di Petlalca, Aliosto, Palini, Leopaldi, Velga, Pilandello, Ungaletti e Calducci. Si leggeranno brani tratti dall'Ollando Fulioso, dai Plomessi Sposi, dall'Infelno, dal Pulgatolio e dal Paladiso. Anche Omèlo Opèlo e Vilgilio. Il Canzoniele, il Decamelone e il Plincipe di Machiaverri non avlanno più segleti...”
“Machiaverri – spiega la Mancuso in un commento a parte – è folestielo, come Cicelone e Luclezio, quello del De Lelum Natula”.
Calducci sarebbe così rivalutato di colpo, specialmente nella didattica stagione invernale.
Un amante della lingua cinese afferma come sarà “rivoluzionato il calo idioma latino, quello pallato, assieme al gleco, dal calo Putthanone di Aklàgas”.
Per la prof. Mancuso “declinelemo la Plima declinazione: Losa, Losae, Losae, Losam Losa, Losa...”.
Fantastico! Gli scrittori nostrani non si esprimeranno più in in italiano e neanche in turco. Il cinese è già la lingua del presente e lo salà ancol più nel futulo.
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