lunedì 9 novembre 2015

Contro la mafia in Sicilia si azzerano le tasse

“Siamo al tuo fianco contro la mafia”. Anche le Università siciliane fanno una precisa scelta di campo, a sostegno di studenti colpiti dalla criminalità organizzata. La “Kore” di Enna “azzera completamente la tassa di frequenza, quale segno di apprezzamento e di riconoscimento delle concrete azioni antimafia”. Lo leggo nella "Guida all'immatricolazione" nella versione cartacea in distribuzione nella segreteria dell’ateneo, in attesa dell’inizio di un evento formativo promosso dall’Ordine dei Giornalisti. È un beneficio di cui (mannaggia all’ignoranza!) non ero a conoscenza. Sono sicuro che anche altre istituzioni universitarie avranno lo stesso programma di riduzione delle tasse.

Per l’Università degli Studi “Kore” di Enna
 si tratta del “Programma 1” chiamato “Siamo al tuo fianco contro la mafia”. Possono fruire dell’esonero totale “gli studenti vittime della criminalità mafiosa o il cui nucleo familiare sia stato colpito dalla criminalità organizzata. È necessario, se immatricolati per la prima volta, il voto di maturità non inferiore a 75 su 100. Gli studenti iscritti ad anni successivi devono avere acquisito, al termine della sessione autunnale di esami, almeno il 75% dei crediti dell’anno in corso e tutti i crediti degli anni precedenti. Sono esclusi gli studenti fuori corso e i ripetenti”.

Vado a curiosare nei siti internet delle altre università siciliane. Scopro che è un beneficio previsto da precise norme e concesso con differenze da ateneo ad ateneo.

L’Università degli Studi di Palermo esonera dal pagamento della tassa di iscrizione e dei contributi “studenti figli di vittima della mafia, dichiarati tali secondo le norme di legge e studenti figli di vittime del racket, in condizioni in condizione economica disagiata appartenenti alle classi di contribuzione zero, 1, 2 e 3”.

L’Università degli Studi di Messina ha un “sistema di esenzione/rimborso delle tasse per gli studenti meritevoli, in base a un apposito bando che in parte sfrutta anche le risorse derivanti dalla Tassa Regionale Diritto allo Studio”. Il bando che troviamo è dell’anno accademico 2014-2015. Mette a concorso una serie di benefici: borse di studio, servizi abitativi, contributo affitto, premi vari ecc. All’articolo 2 “Modalità di compilazione domande” on-line viene richiesto di allegare la documentazione sulla base della categoria di appartenenza tra cui “attestazione rilasciata dalla Prefettura competente per gli studenti orfani per motivi di mafia”. All’articolo 4 “aventi diritto” si esplicita il beneficio: “Gli studenti orfani di vittime per motivi di mafia, con la riserva di un massimo di n. 2 borse di studio”. Altro beneficio previsto: la riserva di alloggi.  

L’Università degli Studi di Catania esonera dal pagamento della tassa regionale per il diritto allo studio “gli studenti e le studentesse che per l’anno accademico 2015-2016 siano titolari di assegno di studio erogato ai sensi della legge regionale 24 agosto 1993 n° 19”.

La legge citata detta “nuove norme in materia di solidarietà per i familiari delle vittime della mafia e della criminalità organizzata”. Prevede tre separati sostegni economici  sino al compimento della scuola d'obbligo, sino al compimento della scuola media superiore; sino al  compimento  di  un  corso  di  studi  universitari, anche nello ambito dei Paesi CEE.

Raimondo Moncada


domenica 1 novembre 2015

Libri e patate per distruggere la criminalità organizzata

Una fiera della patata per sconfiggere la mafia. Possibile? Certo! Possibilissimo se la fiera della patata è intesa come evento culturale, come rituale sociale. La cultura è un’arma di distruzione criminale. E l’Italia ne ha da vendere. Possiamo esportarla in tutto il mondo. Ma non ne abbiamo piena coscienza. 

 

È uno dei passaggi che più mi ha colpito dell’intervento del sociologo, saggista, professore all’Accademia di Belle Arti di Catania Gianpiero Vincenzo Ahmad, chiamato come relatore all’incontro formativo organizzato a Mazara del Vallo, dall’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, avente a tema “I ghetti urbani nell’era digitale: pluralismo etnico e religioso, razzismo e deontologia giornalistica”. L’incontro si è svolto sabato 31 ottobre 2015 all’interno della Sala La Bruna, nell’antico Collegio dei Gesuiti, alla presenza di tanti giornalisti e del sindaco Nicola Cristaldi che ha messo a disposizione lo spazio dell’incontro. 



I lavori, coordinati dalla giornalista e presidente dell’Associazione Ila Grazia Patellaro, sono stati conclusi dal sociologo Carmelo Bartolo Crisafulli, medaglia d’oro, vittima del terrorismo negli anni di piombo, orfano di vittima della mafia, stretto collaboratore di Falcone, Borsellino e Chinnici. Anche il professore Crisafulli ha sostenuto la tesi “la mafia si sconfigge con la cultura, affiancata da valori” come la famiglia e soprattutto il lavoro. 

 

Si è parlato di tante cose, della questione emigrazione, di terrorismo, di sicurezza sociale, di integrazione, di pacifica convivenza tra popoli, di diversità etnica vista come opportunità di crescita. Un incontro molto formativo, interessante e coinvolgente. 


Nel suo intervento appassionato e colto, Gianpiero Vincenzo ha spiegato la “forza della ritualizzazione”. La ritualità è un bisogno dell’uomo, delle società. Lo dimostrano anche i social. E le organizzazioni criminali non sono esenti. Sono società fondate, saldate, sulle ritualità. Un punto di forza e allo stesso tempo un punto di debolezza. 

 

“L’attività culturale – ha detto Gianpiero Vincenzo – è un enorme deterrente contro i simboli della criminalità organizzata” ma anche un’arma con un potenziale altamente distruttivo. Lo Stato deve, allora, non tagliare i fondi destinati alla cultura ma aumentarli: più fiere delle patate, quindi, più fiere del libro, più festival del cinema, più rassegne teatrali. La gente se ne fotte della mafia se va a vedere uno spettacolo, se legge un romanzo! Immagino poliziotti e carabinieri andare in giro, per le strade della città, armati di libri e a leggere poesie ai criminali.  

 

La cultura non distrugge solo la mafia, non stordisce solo i delinquenti, è un moltiplicatore di ricchezza: “Ogni cento euro investiti in cultura producono 300 euro di Pil”, il prodotto interno lordo di uno Stato. “La cultura è il nostro bene e il nostro lavoro. Un settore in controtendenza”, in una fase storica di profonda crisi economica che ha fatto arretrare altri importanti settori. 

 

E la Sicilia come è messa? Gianpiero Vincenzo ha esaltato “quel genio di Andrea Camilleri” grazie al quale l’isola sta vivendo un periodo culturale straordinario. Le opere di Camilleri – libri e film - veicolano in tutto il mondo un’immagine della Sicilia meravigliosa, con una comunicazione che fa passare messaggi positivi come “bellezza, calore, umanità, giustizia” a differenza di sceneggiati o gialli noiosi e deprimenti. “Ne dobbiamo approfittare in maniera significativa” ha detto Gianpiero Vincenzo, parlando di turisti che da tutta Europa sbarcano a frotte all’aeroporto di Catania e di siciliani che a Modica, nel ragusano,  comprano vecchi bagli e li trasformano in centri per ospitare numerose comitive di turisti: “Benvenuti nella splendida Sicilia”. 

 

“Approfittiamone!”, perché la cultura, la terra culturale (lo scorcio di un biondo paese barocco, le patate a forno con odorosa polvere di rosmarino, l’aria marina, il sole amico) è la nostra miniera. Gianpiero Vincenzi ha quindi proposto la costituzione da parte dell’Ordine di nuclei di giornalisti che si occupino di teatro, di cinema, di letteratura ecc. per mettersi in contatto con i produttori di cultura e comunicare la loro attività servendosi bene della Rete, moltiplicando la ricchezza e scongiurando - diciamo noi - la nascita di ghetti culturali: quanti geni, quanti artisti, rimangono incompresi, emarginati, spernacchiati e non adeguatamente riconosciuti e valorizzati?  

 

Raimondo Moncada

giovedì 13 agosto 2015

Mafia ridens a "Gli incontri del Gattopardo" di Palma di Montechiaro

Mafia ridens (ovvero il giorno della cilecca) ancora in tour. Dopo il Dedalo Festival di Caltabellotta, tappa a Palma di Montechiaro per "Gli incontri del Gattopardo", con un bel titolo che richiama e omaggia la figura dello scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa.

L’appuntamento è per giovedì 20 agosto 2015, con inizio alle ore 19,30. Luogo dell’incontro: Marina di Palma, Piazzale Antille, Balera Letteraria “Zaclen”.

A organizzare l’evento Angelo Leone, con il coordinamento letterario del regista Enzo Alessi e la condizione di Giusy Terrasi. Si ripropone, dunque, la formula che tanto successo ha avuto al Caffè Letterario ("Sulla strada della legalità") organizzato allo stabilimento balneare della Ps a San Leone .


La rassegna letteraria è promossa dal Comune di Palma di Montechiaro con il concorso di diverse associazioni locali. Cinque gli appuntamenti previsti: il 12 Pascal Schembri con Femminicidio; il 18 agosto Giuseppina Iacono Baldanza con La casa con i balconi; il 20 agosto Raimondo Moncada con Mafia ridens (ovvero il giorno della cilecca; il 24 agosto il pm Salvatore Vella con Mauro Barrico e Demetrio Pisani con La forza del gruppo; il 26 agosto Fabio Fabiano e Gian Josef Morici con Vittime di Mafia.

sabato 25 luglio 2015

Caso intercettazioni, dialogo tra due cornuti



- Sei un cornuto.
- Io?
- Proprio tu e con le corna! Che rimanga un segreto.
- Anche tu sei cornuto, ma senza corna. 
- Io?
- Tu. Non ti preoccupare. Io non dirò nulla. Mi dispiacerebbe che qualcuno lo venga a sapere. 
- Io non parlo. 
- Neanche io.
- Cornuto. 
- Cornuto. 
- Che dici ci avranno ascoltato? 
- Non mi dire? 
- Un consiglio da amico: da domani indossa l'elmetto. Col berretto si noterebbero. Occhio che non vede...
- E tu indossa i copricorna, quelli con il ricamo. Sai com'è? Almeno fai bella figura. 
- Eh cornutazzo! 
- Hai registrato tutto? 

Raimondo Moncada

giovedì 16 luglio 2015

Intimidazioni contrarie al senso comune

Minacce dirette, gravissime, inaccettabili. Si parla di vita o di morte. Le parole hanno un senso e pesano come lastre di piombo. Non solo quelle dette, ma soprattutto quelle scritte. I latini insegnano: quelle dette hanno le ali del volo ascensionale (verba volant), quelle scritte hanno la sciagura di una macchia d’olio che ti rimane nonostante i lavaggi con super candeggina (scripta manent) e ti scavano dentro paure provocando stati di insopportabile inquietudine.

Se le minacce sono rivolte a chicchessia, a raggio, a mitraglia, la gravità si fa inaudita. Se le minacce sono rivolte da categorie che normalmente sono spesso oggetto di minacce ti fermi, agghiacciato, a riflettere. L’intimidazione di un commerciante rivolta ai propri clienti prima del loro ingresso nel negozio ha veramente dell’assurdo. C’è la gravità di non capirne il senso e, perciò, rimani stordito. Come si fa a interpretare l’insegna di un negozio che riporta su una saracinesca chiusa le seguenti inequivocabili due parole “ESCA VIVA”.

Cos’è? Una minaccia al contrario? Può anche essere. Ormai non ci facciamo meraviglia di niente. Ci stiamo appiattendo il senso della curiosità. La minaccia potrebbe essere proprio l’opposto di quella tradizionale, radicalizzatasi in millenni di uso e consumo.

L’autore dell’insegna potrebbe aver sintetizzato un messaggio più o meno velato di questo tipo: “Lei, gentilissima cliente, entri liberamente nel negozio, ma stia molto attenta, lo fa a suo rischio e pericolo. Ne ho viste come lei. l’ho scrutata bene negli occhi. Ho intravisto intenzioni che non mi piacciono. Non si metta strane idee in testa. Non si permetta di morire all’interno del mio negozio. La consideri una minaccia nei suoi confronti: Esca viva! E, se preferisce con le mani alzate. Provo orrore della morte. Le persone mi piacciono vive e vitali. E ora mi faccia un regalo e si metta a ridere. Le posso solleticare le ascelle delle mani alzate?”
Supposizioni, al momento. Solo supposizioni. In attesa che indagini più approfondite facciano il loro corso e ricorso.

Raimondo Moncada

lunedì 13 luglio 2015

La mafia come attrattore turistico per i tedeschi e souvenir di Sicily

Mafia ridens (ovvero il giorno della cilecca) ha uno stretto legame con la Germania. In terra tedesca è ambientata una parte significativa della storia di Calogerino, il protagonista del romanzo, che si mette in testa di diventare il killer più spietato della spietata storia della mafia senza, però, essere capace di uccidere una sola mosca, una sola zanzara, un solo moscerino.
È Calogerino che va satiricamente in Germania. Ora, per niente satiricamente, la Germania viene nella terra di Calogerino. A calamitare i tedeschi in terra sicula: l’arte, i monumenti, il mare, ma anche i luoghi legati a noti boss o dove sono stati ambientati celebri film e romanzi che hanno a tema la mafia. si organizzano visite guidate con tanto di pacchetto turistico organizzato.  

Chissà se nel pacchetto, a sorpresa, ci sarà anche il condominio dove si è plasmato il cervello di Calogerino? Mah! Siamo curiosi di saperlo. 

A “spararsi” la notizia del “tour mafioso” è stato il quotidiano Italia Oggi in una corrispondenza da Berlino del giornalista Roberto Giardina, siciliano di origine, che non nasconde indignazione e perplessità. “Cosa direbbero i tedeschi – si chiede – se noi organizzassimo un tour sulle tracce di Hitler”. Il titolo Italia Oggi è forte: “Tedeschi in ferie con la mafia”. L’occhiello spiega: “Reclamizzato in Germania un tour in Sicilia sui luoghi della cosiddetta onorata società”.
Si richiama l’inserto domenicale del giornale tedesco Welt che, su un'intera pagina, riporta il titolo “Reiseziel Mafia”, meta del viaggio la patria del padrino.
“Mandare i turisti nel paese nel retroterra della mia Palermo, in piena estate, - ci dice Roberto Giardina – mi sembra meglio che consigliare la scontata Taormina. Comunque, si può fare l'uno e l'altro”.

Il viaggio è offerto dalla Dertour. Il titolo del pacchetto è già un programma: “Legenden und Gegenwart auf den Spuren der Cosa Nostra”, leggende e presente, o realtà, sulle tracce di Cosa Nostra. Otto giorni in bus per scoprire la Sicilia in un mix “esplosivo” che prevede arte, mare, sole, montagna, escursioni programmate in luoghi legati alla mafia, ma anche in quelle realtà che alla mafia si oppongono (lo stesso Welt evidenzia i “luoghi di resistenza”).


Non manca, nel pacchetto, una capatina nei suggestivi paesaggi del film del commissario Montalbano, personaggio uscito dalla fantasia del sicilianissimo Andrea Camilleri. Così come non manca l’escursione nei luoghi del celebre film “Il padrino” da cui ha preso le mosse lo stesso romanzo “Mafia ridens (ovvero il giorno della cilecca)”.
Tappe obbligate: le perle siciliane pregne di storia, di civiltà, di suggestioni, di sicilianità (quella bella, positiva), di azzurro mare, di oro tufaceo dei templi greci: Taormina, Siracusa, Monreale, Mondello, Palermo, Selinunte, Erice, Marsala e la Valle dei Templi di Agrigento meraviglia dell’umanità luogo natio di Calogerino.


Il turismo muove l’economia turistica (trasporti, benzina, alberghi, ristorazione, pub, discoteche, stabilimenti balneari…) E anche il commercio dei souvenir. Con il boom delle presenze turistiche, aumenta inevitabilmente la richiesta di oggetti e indumenti caratteristici, folcloristici, che di ritorno a casa ti ricordano la vacanza o il pellegrinaggio in un luogo sacro. Ce ne sono di particolari in distribuzione nei negozi di souvenir aperti nei siti turistici: magliette o cartoline con il Padrino raffigurato da Marlon Brando; sculture, spilline, magneti, apribottiglie, tazze per il latte, che ritraggono personaggi con i baffoni e la lupara a tracolla. Ma anche donne con un vassoi di arancine in una mano e nell’altra un mitra.

Dove c'è la domanda c'è anche l'offerta e dove c'è l'offerta si acquista pure. E' legge di mercato. 

La richiesta potrebbe portare a una rivoluzione anche nei nomi. Potremmo ritrovare presto anche in Sicilia (all’estero sono una realtà, suscitando indignate condanne) trattorie o negozi con insegne o pietanze che hanno un riferimento preciso alla mafia. E, di questo passo, potremmo vedere anche altro (come veder spuntare a sorpresa, dietro un muretto di nude pietre o dietro una spinosa pala di ficodindia, attori nei panni dei mafiosi o mafiosi in carne e ossa nei panni degli attori senza però lupare o baffoni).

Stereotipi negativi, internazionali, che identificano e mettono in ombra l’isola del sole. Concludiamo, a tal proposito, citando un brano tratto dal romanzo Mafia Ridens

“Puoi esserti diplomato all’università della Legalità con il massimo dei voti, la lode e il bacio in bocca con la lingua. Non c’è nulla da fare: il siciliano, per il solo fatto di essere nato in Sicilia, è mafioso e basta. La mente umana, per pigrizia, tende a generalizzare. I siciliani sono così tutti mafiosi come gli africani sono tutti venditori di accendini e le olandesi sono tutte bone e te la danno con faci­lità”.
      

P.S. Le fogo sono state scattate in Sicilia, in negozi di souvenir


LINK UTILI      

Ecco la pagina della DerTour che pubblicizza il pacchetto Sicilia LINK

Ecco l’articolo di Roberto Giardina su Italia Oggi LINK


Ecco il servizio uscito sul giornale tedesco Die Welt LINK    

martedì 30 giugno 2015

L'incontro dei due Raimondi, autori di Mafia Ridens e Mondo Ridens

“Tu sei Raimondo e hai scritto Mafia Ridens e Babbaluci. Io sono Raimondo e ho scritto Mondo Ridens e Chiocciole! Piacere, Raimondo Quagliana”. 

Incontri voluti dal caso. Come il caso ha voluto che due Raimondi scrivessero opere umoristiche dal nome quasi uguale. 
Preso per il collo, penso: cosa mi vorrà? Mi vorrà strappare un sorriso a strappo? Poi trovo il coraggio e a faccia tosta mi presento: “Piacere, sono Raimondo Quagliana… no, volevo dire Moncada”.

Sono circondato. Il quasi omonimo Raimondo Quagliana non è solo. Ha il supporto di un gruppo agguerrito, composto da un’armata di scrittori, attori e umoristi (un’aggravante, di cui aver paura!). Raimondo si avvicina assieme a una donna, sorridente, che a sua volta si presenta mettendo a dura prova la mia memoria social.

“Ciao. Che piacere! Siamo amici su Facebook. Sono Antonella, Antonella Tarantino. Ricordi?”.  
“Ciao! Come stai? Certo che mi ricordo. Come non ricordare. Se siamo amici su Facebook, ricordare è naturale. Ho cinquantacinquemila amici e me li ricordo uno a uno. Sono in grado di dirti cosa fanno, quanti anni hanno, se sono sposati, se hanno figli… Mi ricordo pure i nomi dei loro parenti. Non puoi essere amico su Facebook e non esserlo nella vita reale. Pensa, ho amici dell’Australia con cui mi vedo tutti i giorni, loro in Australia io in Sicilia”.

Stupida ironia! Che usi talvolta come scudo per cercare di nascondere tue défaillance (malafigure!). Sul momento non ricordo. Ho un blackout. Sono troppo preso da alcuni problemi tecnici per il recital che dovrò fare e che mi ricorda il detto siculo "jri a legna senza corda". Ma mi sforzo di non farlo capire. Di non far capire che il mio cervello ha resettato la memoria rigida e lavora con le parti molli. 
Per non portarla a malafigura cerco di ricostruire i momenti principali della nostra amicizia social. Poi, per fortuna, ricordo, pezzetto per pezzetto (mi ero arrampicato troppo sugli specchi). Antonella ha messo “mi piace” su alcuni miei post, e così ho fatto altrettanto io in più occasioni. E ricordo in particolare le attività di “Apertura a strappo”, un collettivo di autori, lettori, musicisti, performer che anima un blog letterario tutto da leggere e che gira per le scuole e per le piazze e per le librerie, organizzando reading da ridere e reading di denuncia. 

Giorgio D'Amato
E un reading, un divertente reading, conclusosi con una denuncia forte contro la mafia, il collettivo lo ha messo in scena a Sciacca, in occasione del Letterando in Fest 2015, la sera del 27 giugno (un giorno prima del compleanno del mio amico Luvici, Luvici Pirandello). Ed è in quella circostanza che vengo circondato da Raimondo Quagliana, da Antonella Tarantino e da altri simpatici autori-attori del collettivo capitanati da Giorgio D’Amato, una barba che nasconde tanto amore per le lettere, per il teatro, per l’impegno (caratteristiche che ritrovo in tutti, equamente, anche in chi barba non ne ha per scelta e per natura).

Con Lucia Alessi, Salvatore Monte, Ivana Dimino
Una serata intensa, dedicata all’umorismo. Tre ore sparate di battute, con le sedie occupate da un bel pubblico interessato, sganasciato e plaudente. Io, con i miei straordinari compagni di viaggio (Salvatore Monte, Ivana Dimino, Lucia Alessi) a far parlare Achille Campanile, il collettivo “Apertura a strappo” a deliziarci con brani del loro spettacolo “L’arte spiegata ai non vedenti”.
Una bella scoperta che ho con i calli applaudito: una Sicilia che ha fiducia, che non si arrende, che insiste, crea, scrive, si diverte, ride e fa ridere, sensibilizza, apre con l’arte gli occhi ai “non vedenti”.

A inizio serata, a cavallo del tramonto, sono con le spalle al muro. Non posso che confessare. Ammetto le mie colpe: “Sì, ho scritto il libro Mafia ridens e ho scritto Babbaluci. Ora fate di me quello che volete. Ma non mi toccate le ascelle”.
Mi tolgo un gran peso dallo stomaco.  

Con Raimondo Quagliana e Antonella Tarantino
Mi complimento con Raimondo Quagliana per il suo libro, per i suoi racconti (Chiocciole e altri essere alati è stato segnalato al Premio Calvino), per la sua naturale e contagiosa simpatia, per la sua quasi omonimia (chissà, magari un giorno ci scambieremo i cognomi: io mi chiamerò Raimondo Quagliana e lui Raimondo Moncada). Così come mi complimento con l’intero collettivo, soprattutto alla fine dell’esibizione nel cortile Orquidea della Badia Grande: tutti bravissimi, da Antonella ad Antonella (giusto per chiudere il cerchio).   

Pago volentieri le mie colpe. Chiedo una foto con il mio quasi omonimo Raimondo e con la mia amica Antonella (per avere la prova che la storia testé raccontata non è invenzione narrativa).

Ora c’è qualcosa di sostanzioso che ci unisce, non Facebook, ma una conoscenza fisica, reale, occhio con occhio, cuore con cuore, e una stima artistica e umana conquistata sul campo di battaglia: il palcoscenico di un teatro.  

Raimondo Moncada


Il blog di Apertura a Strappo www.aperturaastrappo.blogspot.it

domenica 14 giugno 2015

Mafia Ridens nella montagna di libri di Dedalo Festival 2015

Raimondo Moncada nel paese natale di Raimondo Moncada. Sì, proprio così. Ma chiariamo subito. Il secondo Raimondo Moncada, detto anche Guglielmo, è il nobile che ha ispirato il romanzo di Andrea Camilleri “Inseguendo un’ombra”, edito da Sellerio, e il libro di Angela Scandaliato e Licia Cardillo Di Prima "Flavio Mitridate. I tre volti del cabbalista" pubblicato da Dario Flaccovio editore. Il primo Raimondo Moncada, detto anche Raimondo, è l’autore del romanzo “Mafia ridens (ovvero il giorno della cilecca) edito sempre da Dario Flaccovio editore.

Cosa hanno, dunque, in comune i due Raimondo Moncada? si chiederà il paziente lettore riuscito ad arrivare a questo punto del testo. 

Una domanda lecita come lecito dovrebbe essere l’istituzione di un’apposita commissione di studio per dare una risposta alla lecita domanda. In attesa di ogni lecito esito, possiamo solo dire, adesso e con certezza, che il primo Raimondo Moncada è stato testé invitato a partecipare alla prossima edizione del Dedalo Festival di Caltabellotta, l'originale e oramai affermata e apprezzata rassegna di arti libere ideata e diretta dall'eclettico e bravissimo musicista Ezio Noto. 


Raimondo Moncada, parliamo ancora del primo, pur avendo nel suo curriculum esperienze musicali, non è stato invitato per le sue doti canore e sonore (fin da piccolo ha imparato a fischiare e a fare le pernacchie, cosa non così alla portata di tutti). Raimondo Moncada il Primo è stato invitato a presentare il suo libro, “Mafia Ridens” a una iniziativa collaterale, ma sempre collegata alla manifestazione principale. Per capirci, la notizia l’ha lanciata la pagina ufficiale di Facebook dell’organizzazione, con la pubblicazione della copertina del libro di Moncada e la comunicazione: “Dove il buon giorno si sente dal mattino” una montagna di libri al Dedalo Festival 2015 – 31 luglio e 1 agosto – Dedalo Festival Caltabellotta

Felice il Moncada, il primo Moncada, che ha postato su Facebook la propria soddisfazione: “Al Dedalo Festival, tra cultura, cultori, culturisti, musica doc e sunati dark
Chissà se verranno i parenti del Moncada, parlo del secondo Moncada, l’avo nato intorno al 1450 proprio a Caltabellotta? Perché il primo Moncada è nato ad Agrigento. Sia chiaro. Lo sapremo alla Montagna di Libri. E se i parenti dell'avo non andranno alla Montagna, sarà la Montagna ad andare dai parenti bussando alle porte di ogni Moncada

Insomma, si è capito, sarà un Dedalo Festival senza pace, molto movimentato, una edizione che già si annuncia straordinaria, ricca di eventi e di personaggi. Si sentirà tutto il mistero, la storia e il profumo di Sicilia. Saremo tutti a Caltabellotta ad abbeverarci alla fonte dell'arte, e a fare pace con noi stessi. 

iliubo 

Tratto dal blog www.iliubo.blogspot.it