lunedì 9 novembre 2015
Contro la mafia in Sicilia si azzerano le tasse
domenica 1 novembre 2015
Libri e patate per distruggere la criminalità organizzata
È uno dei passaggi che più mi ha colpito dell’intervento del sociologo, saggista, professore all’Accademia di Belle Arti di Catania Gianpiero Vincenzo Ahmad, chiamato come relatore all’incontro formativo organizzato a Mazara del Vallo, dall’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, avente a tema “I ghetti urbani nell’era digitale: pluralismo etnico e religioso, razzismo e deontologia giornalistica”. L’incontro si è svolto sabato 31 ottobre 2015 all’interno della Sala La Bruna, nell’antico Collegio dei Gesuiti, alla presenza di tanti giornalisti e del sindaco Nicola Cristaldi che ha messo a disposizione lo spazio dell’incontro.
I lavori, coordinati dalla giornalista e presidente dell’Associazione Ila Grazia Patellaro, sono stati conclusi dal sociologo Carmelo Bartolo Crisafulli, medaglia d’oro, vittima del terrorismo negli anni di piombo, orfano di vittima della mafia, stretto collaboratore di Falcone, Borsellino e Chinnici. Anche il professore Crisafulli ha sostenuto la tesi “la mafia si sconfigge con la cultura, affiancata da valori” come la famiglia e soprattutto il lavoro.
Si è parlato di tante cose, della questione emigrazione, di terrorismo, di sicurezza sociale, di integrazione, di pacifica convivenza tra popoli, di diversità etnica vista come opportunità di crescita. Un incontro molto formativo, interessante e coinvolgente.
Nel suo intervento appassionato e colto, Gianpiero Vincenzo ha spiegato la “forza della ritualizzazione”. La ritualità è un bisogno dell’uomo, delle società. Lo dimostrano anche i social. E le organizzazioni criminali non sono esenti. Sono società fondate, saldate, sulle ritualità. Un punto di forza e allo stesso tempo un punto di debolezza.
“L’attività culturale – ha detto Gianpiero Vincenzo – è un enorme deterrente contro i simboli della criminalità organizzata” ma anche un’arma con un potenziale altamente distruttivo. Lo Stato deve, allora, non tagliare i fondi destinati alla cultura ma aumentarli: più fiere delle patate, quindi, più fiere del libro, più festival del cinema, più rassegne teatrali. La gente se ne fotte della mafia se va a vedere uno spettacolo, se legge un romanzo! Immagino poliziotti e carabinieri andare in giro, per le strade della città, armati di libri e a leggere poesie ai criminali.
La cultura non distrugge solo la mafia, non stordisce solo i delinquenti, è un moltiplicatore di ricchezza: “Ogni cento euro investiti in cultura producono 300 euro di Pil”, il prodotto interno lordo di uno Stato. “La cultura è il nostro bene e il nostro lavoro. Un settore in controtendenza”, in una fase storica di profonda crisi economica che ha fatto arretrare altri importanti settori.
E la Sicilia come è messa? Gianpiero Vincenzo ha esaltato “quel genio di Andrea Camilleri” grazie al quale l’isola sta vivendo un periodo culturale straordinario. Le opere di Camilleri – libri e film - veicolano in tutto il mondo un’immagine della Sicilia meravigliosa, con una comunicazione che fa passare messaggi positivi come “bellezza, calore, umanità, giustizia” a differenza di sceneggiati o gialli noiosi e deprimenti. “Ne dobbiamo approfittare in maniera significativa” ha detto Gianpiero Vincenzo, parlando di turisti che da tutta Europa sbarcano a frotte all’aeroporto di Catania e di siciliani che a Modica, nel ragusano, comprano vecchi bagli e li trasformano in centri per ospitare numerose comitive di turisti: “Benvenuti nella splendida Sicilia”.
“Approfittiamone!”, perché la cultura, la terra culturale (lo scorcio di un biondo paese barocco, le patate a forno con odorosa polvere di rosmarino, l’aria marina, il sole amico) è la nostra miniera. Gianpiero Vincenzi ha quindi proposto la costituzione da parte dell’Ordine di nuclei di giornalisti che si occupino di teatro, di cinema, di letteratura ecc. per mettersi in contatto con i produttori di cultura e comunicare la loro attività servendosi bene della Rete, moltiplicando la ricchezza e scongiurando - diciamo noi - la nascita di ghetti culturali: quanti geni, quanti artisti, rimangono incompresi, emarginati, spernacchiati e non adeguatamente riconosciuti e valorizzati?
Raimondo Moncada
giovedì 13 agosto 2015
Mafia ridens a "Gli incontri del Gattopardo" di Palma di Montechiaro
sabato 25 luglio 2015
Caso intercettazioni, dialogo tra due cornuti
- Sei un cornuto.
giovedì 16 luglio 2015
Intimidazioni contrarie al senso comune
lunedì 13 luglio 2015
La mafia come attrattore turistico per i tedeschi e souvenir di Sicily
È Calogerino che va satiricamente in Germania. Ora, per niente satiricamente, la Germania viene nella terra di Calogerino. A calamitare i tedeschi in terra sicula: l’arte, i monumenti, il mare, ma anche i luoghi legati a noti boss o dove sono stati ambientati celebri film e romanzi che hanno a tema la mafia. si organizzano visite guidate con tanto di pacchetto turistico organizzato.
Non manca, nel pacchetto, una capatina nei suggestivi paesaggi del film del commissario Montalbano, personaggio uscito dalla fantasia del sicilianissimo Andrea Camilleri. Così come non manca l’escursione nei luoghi del celebre film “Il padrino” da cui ha preso le mosse lo stesso romanzo “Mafia ridens (ovvero il giorno della cilecca)”.
Il turismo muove l’economia turistica (trasporti, benzina, alberghi, ristorazione, pub, discoteche, stabilimenti balneari…) E anche il commercio dei souvenir. Con il boom delle presenze turistiche, aumenta inevitabilmente la richiesta di oggetti e indumenti caratteristici, folcloristici, che di ritorno a casa ti ricordano la vacanza o il pellegrinaggio in un luogo sacro. Ce ne sono di particolari in distribuzione nei negozi di souvenir aperti nei siti turistici: magliette o cartoline con il Padrino raffigurato da Marlon Brando; sculture, spilline, magneti, apribottiglie, tazze per il latte, che ritraggono personaggi con i baffoni e la lupara a tracolla. Ma anche donne con un vassoi di arancine in una mano e nell’altra un mitra.
Dove c'è la domanda c'è anche l'offerta e dove c'è l'offerta si acquista pure. E' legge di mercato.
“Puoi esserti diplomato all’università della Legalità con il massimo dei voti, la lode e il bacio in bocca con la lingua. Non c’è nulla da fare: il siciliano, per il solo fatto di essere nato in Sicilia, è mafioso e basta. La mente umana, per pigrizia, tende a generalizzare. I siciliani sono così tutti mafiosi come gli africani sono tutti venditori di accendini e le olandesi sono tutte bone e te la danno con facilità”.
P.S. Le fogo sono state scattate in Sicilia, in negozi di souvenir
martedì 30 giugno 2015
L'incontro dei due Raimondi, autori di Mafia Ridens e Mondo Ridens
Incontri voluti dal caso. Come il caso ha voluto che due Raimondi scrivessero opere umoristiche dal nome quasi uguale.
Per non portarla a malafigura cerco di ricostruire i momenti principali della nostra amicizia social. Poi, per fortuna, ricordo, pezzetto per pezzetto (mi ero arrampicato troppo sugli specchi). Antonella ha messo “mi piace” su alcuni miei post, e così ho fatto altrettanto io in più occasioni. E ricordo in particolare le attività di “Apertura a strappo”, un collettivo di autori, lettori, musicisti, performer che anima un blog letterario tutto da leggere e che gira per le scuole e per le piazze e per le librerie, organizzando reading da ridere e reading di denuncia.
Giorgio D'Amato |
Con Lucia Alessi, Salvatore Monte, Ivana Dimino |
Con Raimondo Quagliana e Antonella Tarantino |
domenica 14 giugno 2015
Mafia Ridens nella montagna di libri di Dedalo Festival 2015
Cosa hanno, dunque, in comune i due Raimondo Moncada? si chiederà il paziente lettore riuscito ad arrivare a questo punto del testo.
Una domanda lecita come lecito dovrebbe essere l’istituzione di un’apposita commissione di studio per dare una risposta alla lecita domanda. In attesa di ogni lecito esito, possiamo solo dire, adesso e con certezza, che il primo Raimondo Moncada è stato testé invitato a partecipare alla prossima edizione del Dedalo Festival di Caltabellotta, l'originale e oramai affermata e apprezzata rassegna di arti libere ideata e diretta dall'eclettico e bravissimo musicista Ezio Noto.
Insomma, si è capito, sarà un Dedalo Festival senza pace, molto movimentato, una edizione che già si annuncia straordinaria, ricca di eventi e di personaggi. Si sentirà tutto il mistero, la storia e il profumo di Sicilia. Saremo tutti a Caltabellotta ad abbeverarci alla fonte dell'arte, e a fare pace con noi stessi.
iliubo
Tratto dal blog www.iliubo.blogspot.it