giovedì 14 aprile 2016

Lezioni di Mafia ridens in una scuola

Mi arriva all’orecchio… solo in uno… l’altro orecchio non ci sente o non ci vuole sentire… Una zanzara mi sussurra: una scuola siciliana ha in mano il libro Mafia ridens (ovvero il giorno della cilecca) e lo sta studiando con una sua classe.
Per farne che? Quando? Dove? Con chi? Che tipo di studio?  
Quante domande! Quanta curiosità! 
È solo quella scuola che ha in mano Mafia ridens? Oppure c’è qualche altra istituzione che, con un colpo di mano, sta battendo pagina dopo pagina del Giorno della cilecca?   

Ho bisogno di conferme, non solo di indiscrezioni che ti ronzano nell’orecchio.
Bello, comunque. Solo l’indiscrezione ti inorgoglisce. Non è da tutti finire in una scuola ed essere studiato. 
A pensarci bene, mi basta solo l’indiscrezione. Un onore.   
Ci sono stato a scuola, dall’asilo a salire. La scuola è luogo di conoscenza,  ragionamento, esercizio, apprendimento, presa di coscienza, critica, scambio, elaborazione, proposta, stimolazione di cervelli, maturazione, crescita. E tutto ciò aumenta di potere se al centro di una classe motivata si pone un insegnante appassionatamente illuminato. 

Che bello! Non ci posso pensare. Già solo l’idea mi mette i brividi (grazie, amica zanzara!). 
Lo vedo… lo immagino… una tua creatura sotto la lente di ingrandimento di studenti e professori. Mi fa tornare indietro di non so quanti anni (per la verità lo so, ma non lo dico) quando, da studente, dietro un banco scarabocchiato, studiavo io altri che avevano detto qualcosa di importante, scoperto qualcosa di sensazionale, scritto qualcosa di stratosferico, messo qualcosa di quadrato sopra l’ipotenusa o sopra i cateteri (cateteri?). E tutti questi personaggi, con i loro nomi e le loro storie, nella mia piccola testa si presentavano con una testa enorme. Ed è proprio questa, eventualmente, la straordinarietà della cosa, se tutta la cosa dovesse essere confermata da fatti, eventi, manifestazioni, voci che parlano, interpretano, esprimono emozioni, suscitano ragionamenti con l’arma dell’ironia.   

Bello! Bello! Tutto bello! Un ritorno a scuola, non più come studente. 
Le indiscrezioni, da sole, ti fanno volare. Viva le zanzare! 

Raimondo Moncada 

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